Si è tenuto oggi l’incontro Patrimonio culturale e ruolo delle comunità per il diritto all’educazione

L’iniziativa è organizzata dalla Direzione generale e da @ARCE – Alleanza Reti Comunità Educanti, di cui FederTrek fa parte, nell’ambito della ‘ proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per celebrare il ruolo chiave dell’educazione nei processi di pace e dello sviluppo sostenibile delle società

Potete trovare il programma a questo link https://dger.beniculturali.it/…/2023/01/Programma.pdf

Potete riascoltare la registrazione del convegno a questo link https://www.youtube.com/watch?v=PjXMHFOCtWQ

FederTrek tutta si stringe in un forte abbraccio alle famiglie ed gli amici degli escursionisti che hanno perso la vita o sono ancora dispersi sulla Marmolada, un incidente importante che ha visto come vittime persone che stavano seguendo una passione, godendo delle meraviglie che quei monti sanno donare.

Sappiamo tutti che muoversi sui sentieri montani ha dei rischi, ma tali rischi sono la motivazione che ci porta e studiarne le dinamiche e a fare il possibile affinché non si tramutino in realtà e tragedia. Gli eventi di oggi dimostrano come sia importante non improvvisarsi ed affidarsi  a figure professionali che sappiano condurci in sicurezza.

Ma oggi questo non è bastato con la complicità, probabilmente, di una montagna che sta mutando. Stanno mutando le persone che sempre più percorrono i sentieri che le attraversano, stanno cambiando i segnali che le montagne ci danno e che dovremo imparare a leggere.

Il mondo dei camminatori è esploso negli ultimi 5 anni, complice anche la fame d’aria dopo la pandemia, e ha portato sui sentieri numeri più importanti e persone meno consapevoli. Un bene per l’economia delle aree interne, ma porta con se una più attenta gestione dei rischi e delle “rinunce” quando le condizioni o la preparazione dei camminatori non lo consentono.

La montagna è ormai preda di cambiamenti epocali, l’effetto dei cambiamenti climatici è ormai innegabile e lo si legge nelle rughe dei monti. Un cambiamento che, oltre a ridurre o a far ormai scomparire molti ghiacciai li mina nel profondo, generando insidie mortali per chi gli passa accanto. Difficile è ormai leggere i segni a cui eravamo abituati, il rischio è aumentato anche se è difficile riconoscerlo.

Ormai le montagne non saranno più come prima:

  • quando si sciava sui ghiacciai nella bella stagione ed in appennino, senza la neve artificiale,
  • quando il ghiaccio conservava le riserve idriche per alimentare la bella stagione lungo la valle,
  • quando il ghiaccio cementava le rocce fortificando le vette.

Dobbiamo prendere coscienza del cambiamento in atto, contrastarlo in maniera decisa attraverso l’impegno di ognuno di noi, ma anche sapersi adattare ad un nuovo turismo, distribuito e non legato a interventi massicci per gli sport su neve.

In queste situazioni si ribadisce l’importanza ed il ringraziamento al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS che veglia su tutti noi con dedizione e responsabilità e che necessiterà di sempre maggiori risorse per affrontare insieme a noi il cambiamento.

***Comunicato congiunto, Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Comune di Norcia, Comune di Arquata del Tronto (AP), Comune di Castelsantangelo sul Nera (MC)***

FIORITURA DI CASTELLUCCIO DI NORCIA:

ECCO IL PIANO DI MOBILITÀ SOSTENIBILE 2022

Valido nei weekend interessati dalla fioritura: l’ultimo di giugno (25-26) e i primi due di luglio (2-3 e 9-10)

Lo straordinario ripetersi, ogni anno, della fioritura di Castelluccio di Norcia, ripropone la necessità di trovare misure in grado di regolamentare i flussi veicolari che si registrano nel periodo che va da metà di giugno alla prima metà di luglio. Da una parte vi è la necessità di salvaguardare il contesto territoriale di Castelluccio da un’invasione turistica meccanizzata in grado di causare, se non adeguatamente gestita, delle possibili serie conseguenze sugli equilibri ecosistemici, dall’altra la consapevolezza che tale evento rappresenta un’opportunità straordinaria e attesa per l’economia locale, non solo riferita alla frazione di Castelluccio, ma anche a tanti comuni che ad anelli concentrici beneficiano dell’impennata turistica che si registra in questo periodo.

Quest’anno le interlocuzioni tra Ente Parco e Comuni direttamente interessati, in quanto porte di ingresso ai Piani di Castelluccio (Norcia, Castelsantangelo sul Nera e Arquata del Tronto), iniziate già dal mese di marzo con lo scopo di portare avanti una soluzione condivisa, hanno permesso di raggiungere un accordo, i cui termini sono di seguito riportati:

  • per l’anno 2022 viene stabilita la chiusura per i tre fine settimana centrali della fioritura, e precisamente l’ultimo fine settimana di giugno (25-26) e i primi due fine settimana di luglio (2-3 e 9-10); in particolare, durante questi tre fine settimana, sarà interdetto il passaggio di autovetture e camper, mentre sarà consentito libero accesso ai mezzi a due ruote, ai bus turistici e alle autovetture di residenti, dimoranti, esercenti, soggetti non deambulanti o di coloro comunque in possesso di idonea autorizzazione. Pertanto, la chiusura deve intendersi riferita solo ad autovetture non autorizzate e a camper.

  • Tale chiusura riguarderà segnatamente la porta di ingresso da Norcia.

  • Per quanto concerne le altre due porte di ingresso ai Piani di Castelluccio (Castelsantangelo sul Nera e Arquata del Tronto), durante i tre fine settimana di chiusura, sarà anche consentito, a coloro che a prescindere dalla fioritura abbiano la necessità di andare da Castelsantangelo sul Nera verso Arquata del Tronto o viceversa, il solo transito con autovetture (no camper) con l’assoluto divieto di sosta e fermata. In particolare, da Castelsantangelo sul Nera si potrà procedere in direzione Arquata del Tronto attraverso la strada provinciale, mentre da Arquata del Tronto in direzione Castelsantangelo sul Nera il transito verrà deviato dalla provinciale sulla strada “Delle Cavalle” (le deviazioni saranno comunque segnalate sul posto). A questo riguardo occorre tenere nella massima considerazione che tale possibilità è stata prevista solo per un transito di lieve/moderata intensità; qualora, invece, si verificasse un afflusso di autovetture da queste due porte di ingresso tale da generare una congestione della viabilità, ciò potrebbe comportare delle attese non escludendo di interdire, almeno temporaneamente e all’altezza dei posti di blocco che saranno attivi durante questi fine settimana, il passaggio di ulteriori autovetture.

  • Pertanto, per coloro che, durante i tre fine settimana di chiusura, vorranno raggiungere Castelluccio con autovetture/camper, per poter godere della fioritura, l’UNICA MODALITÀprevista per tutte e tre le porte di ingresso ai Piani di Castelluccio (Norcia, Castelsantangelo sul Nera e Arquata del Tronto), sarà quella di lasciare il proprio mezzo presso uno dei numerosi parcheggi di prossimità (resi disponibili a riguardo), raggiungendo da questi Castelluccio attraverso un servizio di navette (lo stesso servizio navette consentirà di tornare poi a riprendere il proprio automezzo). Chiaramente, una volta lasciato l’autovettura o il camper presso uno dei parcheggi di prossimità, chi volesse potrà raggiungere Castelluccio anche a piedi o in bicicletta, e-bike etc

  • Per poter usufruire di questo sistema di parcheggi di prossimità e servizio navette è indispensabile prenotare il posto autovettura/camper presso uno di tali parcheggi e, in base alla numerosità dei passeggeri, i relativi posti navetta. La prenotazione dovrà essere effettuata tramite il portale Parchi Aperti (www.parchiaperti.it). Al momento della prenotazione, il servizio di bigliettazione elettronica consentirà di effettuare il pagamento, sia del posto parcheggio che del/i posto/i navetta. Comunque tutte le informazioni di dettaglio relative alle modalità di prenotazione e pagamento sono disponibili sullo stesso portale.

  • Ovviamente nei giorni diversi dai tre fine settimana di chiusura, sarà consentito il libero accesso a tutti i mezzi e da tutte e tre le porte di ingresso, fermo rimanendo comunque il divieto di sosta sui prati.

L’auspicio è che tali soluzioni possano contribuire a distribuire più equamente il carico turistico su tutti i giorni della fioritura e non prevalentemente, come è sempre accaduto negli anni passati, sui fine-settimana, consentendo così non solo una fruizione sostenibile, ma una migliore esperienza di visita.

Con una sentenza frutto di interpretazioni molto azzardate, e che glissa sulla maggior parte dei rilievi fondamentali proposti dai ricorrenti, il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso proposto da sei associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale (CAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Salviamolorso, WWF Italia) nonostante le loro motivazioni fossero solide ed ancorate alla tutela dell’interesse pubblico.

La sentenza è peraltro in palese contrasto con quanto rilevato dal Ministero per la Transizione Ecologica in merito alla incompatibilità del Progetto TSM con la normativa europea di tutela della Rete Natura 2000

Non è certo una bella notizia, ma non sarà neppure il viatico definitivo di un progetto che va contro l’ambiente ed il paesaggio del Terminillo, incapace di interpretarne le potenzialità ma purtroppo suscettibile di ipotecarne il futuro andando contro quello sviluppo sostenibile che le amministrazioni regionale e locali continuano a non mettere al centro della propria azione.

Il ricorso era fondato su aspetti rilevanti quali il devastante impatto ambientale su ambienti protetti a livello comunitario e la violazione delle norme di pianificazione paesaggistica ed urbanistica che ne tutelano  la integrità; ma, come sosteniamo da quando il Progetto TSM ha visto la luce, la sua insostenibilità è anche economica, e non vi sarà nessuna sentenza del TAR che potrà aggirare questo ostacolo.

Ai rilievi sul fallimentare bilancio economico del TSM e sulla fragilità – per non dire inconsistenza – della sua  capacità di produrre sviluppo di alcun tipo, la Regione Lazio non ha mai dato risposte e continua a non darne; questa rinuncia della amministrazione pubblica a valutare la efficacia dei progetti che finanzia si sta purtroppo riproponendo anche nella attuazione del PNRR, che ospita progetti – non certo tutti, ma molti – che si tradurranno in un inutile spreco di risorse pubbliche e che affosseranno lo sviluppo piuttosto che promuoverlo.

Rimaniamo convinti che il Terminillo meriti ben altro, ed i segnali in tal senso sono chiarissimi; lo sci invernale è agonizzante da decenni – e non certo per l’azione degli ambientalisti, come si vorrebbe far credere – mentre il cambiamento climatico rende e renderà sempre più anacronistico il suo rafforzamento a quote basse quali quelle del Terminillo; di converso, le migliaia di persone che hanno frequentato il Terminillo durante la pandemia (e che continuano a farlo) sono testimoni della attrattività delle forme di fruizione basate sulla Natura, sul trekking multistagionale, su una pluralità di pratiche sportive e ricreative, sulla ospitalità diffusa e sulla qualità delle  produzioni locali, tutti aspetti che il TSM ignora puntando esclusivamente a realizzazioni infrastrutturali che aggiungeranno relitti a quelli già presenti sul Terminillo.

Questa sentenza del TAR non metterà quindi la parola fine ad una visione diversa del futuro del Terminillo, visione interprete di uno sviluppo sostenibile e che – in nome delle generazioni future – vedrà ulteriormente incrementare il nostro consapevole impegno nel concretizzarla.

 

7.6.2022

Le associazioni: Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Italiano Sez. Leonessa, Italia Nostra – Sabina e Reatino, Salviamo il Paesaggio – Lazio  e Rieti, FederTrek – Escursionismo  Ambiente, Salviamo l’Orso,  Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Postribù, WWF Lazio, Balia dal Collare

 

Dal 21 marzo al 21 giugno 2021 eventi online e di prossimità

per chi ama camminare, pedalare, viaggiare sui treni locali e visitare i borghi

 

SCOPRI L’EVENTO

Dal 21 marzo al 21 giugno tanti gli eventi in arrivo protagonisti della Primavera per la Mobilità Dolce 2021 promossa dalla Alleanza Mobilità Dolce: per chi ama pedalare, camminare, scoprire ferrovie locali ed immergersi nei borghi e nel paesaggio italiano. La Primavera 2021 vuole essere un messaggio di speranza con “la mobilità dolce per far ripartire l’Italia” in tempi difficili di pandemia, con la voglia di tornare a vivere all’aria aperta, in piccoli gruppi, nella natura e nei borghi italiani.

La Primavera Mobilita Dolce 2021 ha il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica, del Ministero della Cultura, di ANCI, ASSTRA, di Fondazione FS e della Associazione Europea Vie Francigene.

Una tappa fondamentale è la Giornata Nazionale delle Ferrovie delle Meraviglie fissata per il 22 e 23 maggio, dedicata a valorizzare ferrovie locali, treni turistici e greenways, in stretto collegamento con l’Anno Europeo delle Ferrovie 2021.  In occasione della terza edizione si svolgerà un evento online dedicato alla difficile situazione delle ferrovie piemontesi, con tratte purtroppo in dismissione, chiuse o temporaneamente sospese. Protagonisti di questi eventi saranno Legambiente, Kyoto Club, la Federazione delle Ferrovie Turistiche e Museali, l’Associazione per la ferrovia Orte Civitavecchia, InlocoMotivi, Associazione Ferrovia Torino Svizzera, Amici della ferrovia della Valmorea.

Dal 17 al 19 giugno, la Maratona Ferroviaria 2021 sarà l’evento conclusivo della Primavera Mobilità Dolce: una manifestazione dalla durata di 3 giorni lungo linee ferroviarie locali per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore della rete ferroviaria italiana per lo sviluppo sostenibile e inclusivo delle aree interne. Quest’anno, la Maratona dell’Arco Alpino (Milano-Venezia) percorrerà le linee locali più panoramiche, utilizzando ogni possibile mezzo di trasporto pubblico locale, dal bus, al treno a scartamento metrico, senza escludere funicolari, linee ferroviarie turistiche di recente riapertura e tram-treno. Realizzeranno questo evento Italia Nostra, UTP Assoutenti, FIFTM, Federparchi, Transdolomites.

Per il 2021, AMODO e le sue Associazioni promuove l’approfondimento, l’analisi e tanta progettualità per quando il Paese potrà finalmente ripartire con eventi online, webinar e dirette social. Solo se sarà possibile – sulla base delle norme vigenti in quel periodo – si potranno svolgere alcuni eventi di prossimità per piccoli gruppi in presenza a piedi, in bicicletta e sulle ferrovie locali.

Associazione Comuni Virtuosi, nell’ambito delle anteprime del Festival della Lentezza 2021, ha in programma per sabato 22 e domenica 23 maggio, nei comuni parmensi il progetto “Arte a pedali”, progetto a basso impatto ambientale. Musica e narrazioni al centro della performance, dove il pubblico, pedalando assieme ai musicisti, diviene protagonista di un evento sensoriale che ha come sfondo l’evoluzione dei paesaggi attraversati dai percorsi ciclabili.

Per chi ama camminare, AMODO sarà partner del Mese nazionale dei Cammini Francigeni promossa da Rete dei Cammini, in programma per il mese di maggio, con eventi online ed in piccoli gruppi per far conoscere la bellezza dei cammini italiani. Protagonista dell’edizione 2021 sarà il progetto Scuole in Cammino e la presentazione del suo Vademecun dedicato alle scuole.

FIE – Federazione Italiana Escursionismo, in occasione dei suoi 75 anni dalla Fondazione, promuove passeggiate, escursioni in piccoli gruppi tra i sentieri del Belpaese, con eventi e un concorso fotografico europeo. Tra queste, escursioni archeologiche e naturalistiche nel Lazio utilizzando la formula Treno+Sentiero.

Cittàslow, organizza dal 7 al 12 giugno una settimana di incontri webinar a tema sui principali progetti in corso, dallo slow urbanism al Cittaslow Tourism, dalla Comunità responsabile all’Artigianato dalla Scuola alle infrastrutture green, per sottolineare l’importanza di città sostenibili e del turismo lento. MTB Club Spoleto promuove l’uso della bicicletta con eventi in Umbria: il 19-20 giugno si svolgerà a Scheggino il primo evento Gravel sulla vecchia ferrovia SpoletoNorcia.

Eventi nei borghi saranno sostenuti da BAI – Borghi Autentici d’Italia, per riscoprire i piccoli borghi italiani, che anche nell’anno 2021 saranno ancora i protagonisti del turismo di prossimità, lungo le reti della mobilità dolce, la natura ed i prodotti enogastronomici.  AIAPP, l’Associazione degli architetti del Paesaggio, ci guiderà tra Giardini e Paesaggi italiani con eventi e progetti in streaming di formazione. Legambiente in occasione della sua compagna #VolerBeneAllItalia si concentrerà sul turismo in bicicletta lungo la rete delle ciclovie italiane, per promuovere l’intermodalità dalle stazioni ferroviarie, green station come veri hub della mobilità dolce del nostro paese e delle aree interne.

A queste iniziative già in calendario, molte altre sono in preparazione da parte delle 28 associazioni e le 18 aderenti, che formano l’Alleanza, come il Touring Club Italiano, AITR, WWF, AEC, Associazione Greenways, AICS, Napoli Pedala, Federparchi, Associazione Italiana Turismo Responsabile, AIGAE, Federtrek, Associazione Ferrovieri del genio, Salento Bici Tour.

“La Primavera per la Mobilità dolce 2021, vuole anche essere l’occasione per chiedere al Governo Draghi e Parlamento, che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Next Generation Italia, abbia una adeguata e necessaria attenzione alla mobilità attiva, ferrovie locali, borghi e turismo sostenibile. Un progetto ed una visione indispensabili per una ripartenza sostenibile, l’occupazione duratura e la tutela del territorio nel nostro Paese – ha dichiarato Anna Donati, Portavoce AMODO”.

A tal proposito l’Alleanza Mobilità Dolce ha avanzato ed inviato alle istituzioni 7 raccomandazioni e richieste di integrazione e modifiche al PNRR in revisione. Ecco il link per leggerle. 7 idee AMODO per migliorare il Next Generation Italia – Mobilità Dolce (mobilitadolce.net)

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Next Generation Italia,  deve contenere un’adeguata e necessaria attenzione alla mobilità attiva, ferrovie locali, borghi e turismo sostenibile. Un progetto ed una visione indispensabili per una ripartenza sostenibile, l’occupazione duratura e la tutela del territorio nel nostro Paese. Nel PNRR del Governo italiano – approvato in Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2021 – questi temi e parole d’ordine sono presenti ma in modo parziale, disseminato, in diversi casi senza identificare le risorse adeguate, senza configurare una strategia coerente. Come Alleanza Mobilità Dolce avanziamo le 7 seguenti osservazioni, con proposte di integrazione al testo in discussione in Parlamento.

 

1.  Reti di Mobilità Dolce come Infrastrutture per la mobilità sostenibile

PROPOSTA: Nel PNRR le reti per la mobilità dolce a piedi e in bicicletta sono indicate in modo frammentato nella Missione 1 e nella Missione 2. Per questo avanziamo la proposta che l’insieme di queste reti, cammini, sentieri, ciclovie, greenways, sia inserita come una componente dalla Missione 3 Infrastrutture per una mobilità sostenibile con la dizione 3.3 Reti e Infrastrutture per la mobilità dolce,

 

2. Ciclovie, Greenways e percorsi: 2 miliardi per la mobilità in bicicletta

PROPOSTA: Un obiettivo ambizioso e necessario nel PNRR, dovrebbe puntare alla realizzazione di 5000 km di reti urbane ciclabili e 10.000 km di reti di collegamento tra paesi, percorsi su strade a basso traffico, greenways e ciclovie turistiche in sede propria.

Progetti che nel complesso richiedono 2 miliardi di investimenti nel PNRR che (semplificati) possono davvero essere realizzati in sei anni, entro il 2026. Da inserire nella Missione 3.3 Reti ed infrastrutture per la mobilità dolce ed accelerare la realizzazione.

 

3 Realizzare Cammini, Sentieri e Percorsi per la mobilità attiva

PROPOSTA: Per questi obiettivi di crescita di Cammini e Sentieri è necessario incrementare le risorse nel PNRR, da inserire con una componente specifica nella Missione 3.3 Reti e Infrastrutture per la Mobilità Dolce. Riformare l’Atlante dei Cammini, creare una Mappa integrata delle reti di mobilità dolce e con le connessioni con il sistema di trasporto collettivo.

 

4. Riequilibrare gli investimenti ferroviari con maggiori risorse verso trasporto locale e ferrovie regionali

PROPOSTA: Proponiamo di rivedere l’attuale attribuzione delle risorse alla Missione 3.1 per gli investimenti ferroviari. Aumentare in modo netto le risorse per il potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani, delle ferrovie regionali e la piena attuazione della legge per le ferrovie e treni turistici 128/2017, passando dagli attuali 5,6 mld a 12,5 miliardi, riducendo le altre voci per AV e lunga distanza. Inserire gli investimenti per linee locali della Legge 128/2017 nella Missione 3.1 degli investimenti ferroviari e lasciare alla Missione 1.3 Turismo lento solo la parte relativa alla valorizzazione turistica di promozione, servizi e accoglienza.

 

5. Turismo sostenibile legato alla mobilità dolce e ai territori

PROPOSTA: Nel PNRR le parole chiave per il sistema di accoglienza del futuro per il turismo sostenibile ci sono ma in modo frammentato (già presenti nel Piano Strategico Turismo 2017-22). Occorre perciò dare un respiro diverso alla strategia di settore e rendere più credibili e motivate le progettualità introdotte in modo troppo vago, vincolandole al senso complessivo del PNRR.

 

6. Borghi italiani come luoghi di vita capaci di futuro

PROPOSTA: Predisporre un Piano Nazionale Borghi, come luoghi dove abitare, vivere e fare impresa, in cui supportare la comunità locale affinché non venga meno il presidio territoriale e la tutela dell’identità locale, aumentare le dotazioni di servizi sanitari, di trasporto collettivo, di connessioni digitali. Questo contesto crea le condizioni imprescindibili anche per uno sviluppo turistico responsabile e sostenibile, legato anche la mobilità dolce, alla natura e al paesaggio.

 

7. Partecipazione, formazione, qualità dei progetti e competenze, coinvolgimento del Terzo Settore

  • La Partecipazione. E’ un processo fondamentale del PNRR il coinvolgimento dei territori e delle comunità locali, nell’attuazione del Piano.
  • Formazione. Le reti e servizi di mobilità dolce (cammini, ciclovie, ferrovie locali), il turismo sostenibile, il sistema di accoglienza, il futuro dei borghi, natura e paesaggio, sono anche interessanti opportunità formative e creative, a partire dal coinvolgimento delle scuole.
  • Qualità dei progetti e Competenze. Il PNRR ha bisogno di molte competenze e di un metodo di lavoro consolidato Importante è la replicabilità dei progetti e l’esemplarità dei progetti. Servono interventi virtuosi come modelli per il futuro, elevando il livello qualitativo degli interventi pubblici e pubblico-privato.
  • Coinvolgimento del Terzo Settore: proponiamo che il PNRR Next Generation EU includa anche il terzo settore come soggetti diretti di implementazione e attuazione dei progetti legati ai servizi su cui hanno dimostrato competenze e saperi.

Scarica qui il documento integrale di AMODO su PNRR Next Generation Italia

IL NO DECISO DI TUTTE LE ASSOCIAZIONI ALLA DEVASTAZIONE AMBIENTALE DELL’APPENNINO ABRUZZESE ED ALLO SPRECO DI RISORSE PUBBLICHE CHE LA NUOVA STRADA, ROCCARASO-SCANNO-ORTONA DEI MARSI, CAUSEREBBE 

La Stazione Ornitologica Abruzzese (SOA) dopo aver appreso dai mezzi di comunicazione del progetto e dopo averne acquisito la proposta preliminare presentata in occasioni pubbliche dalla DMC Alto Sangro (l’agenzia regionale di promozione turistica  ) e dall’ UNCEM Abruzzo(Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) ha prodotto un documento inviato nei giorni scorsi ai Comuni interessati ed all’Ente PNALM da cui emergono aspetti a dir poco sconcertanti sia in termini economico-finanziari e di corretta definizione in merito alla compatibilità con i principi del Recovery Fund , sia di reale utilità in alternativa alla viabilità esistente che in riferimento agli impatti ambientali a dir poco devastanti e del tutto sottovalutati.

Il percorso della nuova strada a due corsie partirebbe dall’ Altopiano delle 5 Miglia per penetrare dentro la Montagna Spaccata  all’interno della splendida Foresta Demaniale di Chiarano Sparvera per inerpicarsi fino al suo crinale  e con una galleria di oltre 2,4 Km passare dalla intatta Bocca di Chiarano alla sottostante Valle di Jovana. Tra l’altro il tracciato passerebbe dalla Montagna Spaccata che attualmente è una forra strettissima dove a mala pena sale una mulattiera, il che richiederebbe la distruzione completa del piccolo canyon, una “perla” dell’Appennino abruzzese.

Dalla valle di Jovana la strada proseguirebbe a mezza costa sul versante orografico destro della stessa, dove ora esiste una sola casa abitata, per scendere sempre sullo stesso versante in un territorio con boschi e senza alcuna strada o fabbricato fino a Scanno. A valle dell’abitato attraverso un’ altra galleria seguirebbe sulla sponda orografica sinistra del Lago omonimo per raggiungere Villalago, quindi, poco a monte dell’ abitato un’ altra galleria e viadotti per oltre 4 km porterebbero a San Sebastiano dei Marsi per raggiungere infine Ortona dei Marsi ed un nuovo svincolo autostradale a Carrito .

Le associazioni scriventi fanno notare che si andrebbe cosi a sfregiare una parte consistente del paesaggio montano abruzzese ancora integro che comprende  Siti di Interesse Comunitari ( SIC e ZSC ), Zone di Protezione Speciali  (ZPS), aree contigue ai Parchi nazionali e Riserve naturali regionali.

Tutte le specie animali dell’Appennino abruzzese, molte delle quali protette dalla Direttiva HABITAT della UE ne sarebbero gravemente impattate esponendo la nostra regione ad una più che sicura procedura di infrazione comunitaria. L’areale dell’Orso marsicano verrebbe letteralmente stravolto vanificando tutte le azioni portate avanti da Ministero, Regione , aree protette ed associazioni negli ultimi 15 anni andando a devastare proprio quel corridoio di connessione che tutti fino ad oggi hanno definito vitale per garantire l’ampliamento dell’areale della specie e lo scambio di individui tra un parco nazionale e l’altro. Giova ricordare che  qui è nata  Amarena, la “famosa” femmina balzata agli onori della cronaca nazionale la scorsa estate. L’orsa è nata, si è riprodotta ed alleva i suoi 4 orsacchiotti tra Villalago e San Sebastiano dei Marsi proprio dove passerebbe la nuova strada.

Ma a cosa servirebbe poi questa strada  ? Ha senso in un momento di recessione economica grave prevedere di spendere 750 MILIONI DI EURO ( ma quali saranno i costi reali ?) per accorciare un percorso di soli 20 Km che tra l’altro taglierebbe fuori tutto l’Alto Sangro meta di un turismo escursionistico naturalista da anni in crescita costante ? Roccaraso e Rivisondoli hanno bisogno di una strada simile quando sono gia servite comodamente ? Lo stato di generale abbandono della viabilita dell’Abruzzo interno non giustificherebbe invece  interventi di miglioramento e manutenzione ormai irrimandabili piuttosto che una nuova strada “nel nulla” che non serve a nessuno se non alle ditte che se ne aggiudicheranno la costruzione ? I servizi disastrati dei Comuni della montagna abruzzese (ospedali, ambulatori, servizi di trasporto pubblico, Farmacie, RSA etc etc..) non meriterebbero questi fondi invece di aggiungere altro asfalto ad un territorio già  piagato dal dissesto idrogeologico ?

In alternativa a questo progetto insostenibile per la natura e per le popolazioni residenti, le associazioni invitano la Regione Abruzzo, UNCEM Abruzzo, DMC Alto Sangro e i Comuni interessati a chiedere al Presidente del Consiglio ed a Governo i fondi per la messa in sicurezza delle strade esistenti. In vista del centenario del PNALM (2023), bisogna adeguare l’intera rete stradale con aree per la sosta temporanea dei turisti nei punti panoramici indicati dall’Ente Parco, dotate dei necessari servizi di informazione al turista e di promozione di tutta l’area e dei suoi prodotti tipici. Sarebbe bene affidare la suddetta rete viaria all’ANAS, evitando cosi altri casi come quello del ponte sul Giovenco sulla SP 17 che attende ancora il completamento dalla sua riapertura nell’Aprile del 2019 ( dopo più di un anno di chiusura che impose l’isolamento ai borghi della valle del Giovenco !! )

Per le motivazioni di cui sopra le associazioni scriventi fanno appello a tutti i comuni coinvolti alla Regione, all’ Ente PNALM ed alle Riserve interessate dall’opera affinché prendano le distanze dal progetto in argomento ed adottino atti formali di dissenso in merito allo stesso, tali da impedirne il finanziamento e la, seppur parziale, realizzazione.

 

  1. ITALIA NOSTRA Abruzzo
  2. MOUNTAIN WILDERNESS Abruzzo
  3. WWF Abruzzo
  4. LIPU Abruzzo
  5. ITALIA NOSTRA Abruzzo
  6. CAI Abruzzo
  7. STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE
  8. PRO NATURA Abruzzo
  9. SALVIAMO L’ORSO
  10. APPENNINO ECOSISTEMA
  11. Rewilding Apennine
  12. Associazione MONTAGNA GRANDE – Valle del Giovenco
  13. ORSO and Friends
  14. TOURING CLUB ITALIANO Abruzzo
  15. DALLA PARTE DELL’ORSO – Pettorano sul Gizio
  16. FARE VERDE Abruzzo
  17. Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello”
  18. I GUFI
  19. SALVIAMO IL PAESAGGIO
  20. FederTrek – Escursionismo e Ambiente
  21. Associazione Italiana Wilderness

All’alba del 2021, l’annuncio del parere dell’Area Valutazione d’Incidenza della Regione Lazio al Piano di interventi denominato Terminillo Stazione Montana ha fatto brindare tutti i promotori del TSM al successo, in una rincorsa a prendersi il merito di un’autorizzazione che ancora non c’è.

Un parere pubblicato tra spumanti e panettoni, ma che presenta molti passaggi incomprensibili e inaccettabili, primo fra tutti la mancata firma del Dirigente dell’Area Vinca. Il documento è oltretutto debole in molti punti e con aspetti dichiaratamente non valutati aprendo così la possibilità di distruggere svariati ettari di faggeta in Vallonina, in parte tutelati anche dalla Rete Natura 2000, contraddicendo i pareri del 2010 e del 2015 con i quali la stessa Area Vinca aveva bocciato il progetto nella sua interezza.

Come associazioni che seguono da anni il procedimento di VIA, anche con diverse proposte che avrebbero da tempo consentito lo sblocco dei fondi regionali a favore di un rilancio sostenibile per il Terminillo, abbiamo di conseguenza presentato formale diffida agli organi competenti a concludere il procedimento con pareri privi di validità o non ancora acquisiti e senza tenere conto dell’annullamento del Piano Paesistico della Regione Lazio, ad opera della Corte Costituzionale pochi mesi fa, e di numerose autorizzazioni invalidate dall’evoluzione della normativa nei sei anni del procedimento.

L’unica buona notizia che accogliamo favorevolmente è quella del riconoscimento dell’impatto estensivo sulla faggeta, come già evidenziato dalle nostre osservazioni, che ha portato al parere negativo sul collegamento tra la Sella di Cantalice e gli impianti di Campo Stella in Vall’Organo con numerose prescrizioni sugli interventi rimanenti.

Il riconoscimento del valore estensivo delle faggete e dell’annullamento di un Piano Paesistico, che è stato bocciato proprio per la mancanza di una sufficiente tutela delle “Terre Alte” dalle speculazioni legate all’ampliamento degli impianti sciistici, riteniamo non potrà che portare ad ulteriori pareri negativi in sede di valutazione finale della compatibilità ambientale.

Se così non sarà, le associazioni sono pronte a ricorrere, nelle sedi appropriate, contro ogni atto che possa minare la tutela dei beni ambientali e comuni del territorio del comprensorio del Terminillo.

Un futuro migliore per il Terminillo è possibile. La saturazione del mercato dello sci da discesa nelle poche stazioni ad alta quota rimaste sta spingendo verso la diversificazione del business della montagna con un coinvolgimento sempre più intenso del tessuto dei centri in rete sul territorio. Ce lo ha dimostrato l’assalto che abbiamo visto nella fase Covid, ad impianti fermi, con centinaia di persone alla ricerca di natura, buon mangiare e benessere. Ma bisogna essere pronti ad accogliere queste nuove opportunità con servizi e strategie adeguate.

Infine la petizione consegnata in regione Lazio con 15.000 firme (luglio 2020) e oggi a quota 17.000 è stata rilanciata. Invitiamo tutti ad aderire perché ognuno di noi possa salvare il bosco della Vallonina.

www.change.org/p/regione-lazio-salviamo-terminillo-fermiamo-un-progetto-inutile-e-dannoso-notsm

ALLEVA LA SPERANZA +

Legambiente ed Enel ancora più vicine alle imprese del Centro Italia

Più sostegno per contribuire alla ripresa di turismo e ospitalità locali con la nuova campagna sulla piattaforma Plan Bee in partnership con Fondazione Symbola, Federtrek, Turismo verde e associazione Host Italia

Chiusa la terza fase del crowdfunding, la raccolta fondi amplia il campo d’azione al settore extralberghiero per sostenere l’economia dell’Italia Centrale colpita dagli eventi sismici del 2016-2017 e dagli impatti negativi dell’emergenza Covid-19

Alleva la speranza + sarà presentata oggi alle 15.30 in diretta streaming sulle pagine facebook di Legambiente e della Nuova Ecologia e su www.lanuovaecologia.it

Hanno in comune l’amore per la loro terra e la volontà di realizzare un progetto, nonostante le avversità; la resilienza è la loro forza. Stefano Cappelli gestisce il rifugio Mezzi Litri ad Arquata del Tronto; Eleonora Saggioro gestisce il rifugio Vincenzo Sebastiani nel comune di Rocca di Mezzo (Aq); Domenico Angelini lavora nella sua azienda agricola Dolci Giuseppina a Monteleone di Spoleto (Pg); Brigida Stanziola coordina le attività educative del Centro di educazione ambientale Il Sentiero di Poggiodomo (Pg). Per loro, come per molte delle imprese che risiedono nelle zone del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e del 2017 e ora rese ancora più fragili dalla pandemia da Covid-19, continua una lunga, difficilissima stagione. Sono i quattro nuovi beneficiari della grande campagna di crowfunding lanciata da Legambiente ed Enel nel 2018, che prosegue ora con una novità: Alleva la speranza diventa Alleva la speranza +.

Si chiude, infatti, la terza fase della raccolta fondi Alleva la speranza, che attraverso la piattaforma PlanBee ha interessato dodici allevatori di Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo e i loro progetti: un bilancio ad oggi di 187.237 euro, frutto di 511 donazioni (di cui diverse “collettive”, cioè fatte da una sola persona in rappresentanza di un gruppo più o meno ampio) a sostegno di Teresa Piccioni, Alessia Brandimarte, Amelia Nibi, Silvia Bonomi, Arianna Veneri, Fabio Fantusi, Alba Alessandri e Pietropaolo Martinelli, Valentina Capone, Simone Vagni, Angela Catalucci e Massimo Pierascenzi. La terza parte del crowdfunding chiude con 12.477 euro destinati al progetto di Massimo Pierascenzi, 16.356 euro a quello di Valentina Capone, 12.876 euro per Simone Vagni e 12.024 euro per Angela Catalucci.

E la campagna di Legambiente ed Enel assume una nuova veste, con la partnership di Fondazione Symbola, Federtrek, Turismo verde e associazione Host Italia, per essere più vicini alle imprese, più attenti ai crescenti bisogni connessi all’emergenza Covid-19 e più uniti che mai: oltre agli allevatori, anche molti gestori di strutture impegnate nell’ospitalità extralberghiera sono stati colpiti dal sisma e dalla crisi ma, nonostante tutto, continuano a gestire con tenacia e passione le loro attività. Alleva la speranza + sarà presentata oggi con un evento online, in cui interverranno, introdotti da Nicoletta Novi, responsabile CSV e progetti di sostenibilità di Enel e da Enrico Fontana, segreteria nazionale di Legambiente, i quattro beneficiari della campagna Stefano Cappelli, Eleonora Saggioro, Domenico Angelini, Brigida Stanziola, insieme a Paolo Piacentini, presidente di Federtrek, Fabio Renzi, segretario generale della Fondazione Symbola, Giulio Sparascio, presidente di Turismo verde, Lucia Simioni, presidentessa di Abruzzo B&B, affiliata ad Host Italia.

“La pandemia che ci ha colpito rende ancora più fragili i territori fiaccati dal sisma, aggravando situazioni già precarie – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. In quelle aree, spesso di straordinaria bellezza, tanti piccoli imprenditori garantiscono, produzioni sostenibili e di qualità, grazie alle quali tengono letteralmente in vita intere comunità, altrimenti destinate a scomparire a causa dello spopolamento. Queste persone sono oggi una speranza concreta, perché la ricostruzione delle aree devastate dal sisma sia fondata sulle comunità. A guidarle è una straordinaria volontà di continuare a vivere dove sono nate e dove hanno deciso di investire tutte le proprie energie. Un amore profondo per la loro terra, il loro lavoro. Che ha bisogno, per essere alimentato ogni giorno, del sostegno di tutto il Paese”.

“L’emergenza legata al COVID 19 ha messo a dura prova un territorio già colpito negli anni passati dai violenti eventi sismici. Sostenendo anche le strutture extralberghiere con la campagna Alleva la Speranza + intendiamo – ha detto Nicoletta Novi, responsabile CSV and Sustainability Projects di Enel Italia –  contribuire al rilancio dell’ospitalità e del turismo nelle aree del Centro Italia: risorse irrinunciabili per la ripresa dell’economia locale attraverso la valorizzazione della ricchezza del patrimonio naturale e della qualità dei prodotti agroalimentari di questi straordinari territori”.

Stefano ed Elena, con la loro associazione Monte Vector, gestiscono il rifugio Mezzi Litri ad Arquata del Tronto; sognano un Appennino inclusivo, senza barriere, e con l’aiuto di Alleva la Speranza + vogliono realizzare una rampa per disabili e strutture di accoglienza mobili e accessibili. “Abbiamo adeguato il casale a rifugio – racconta Stefano Cappelli -, abbattendo tutte le barriere possibili e dotandolo di servizi per disabili. Per noi è un avamposto di sensibilizzazione alla sostenibilità e una possibilità tangibile per il ritorno in uno dei territori più colpiti dal sisma del 2016. Con lo spopolamento e poi il sisma i produttori rimasti ad Arquata sono pochissimi, ma la valorizzazione di questi luoghi deve partire dalla promozione dei loro prodotti. Uno dei nostri obiettivi principali è far incontrare le persone con questi straordinari sapori che offriamo nelle nostre degustazioni al rifugio, senza però venderli, invitando ad andare a comprarli dal produttore. Purtroppo il Covid-19 ha rallentato le nostre attività”.

Eleonora Saggioro gestisce, nel comune di Rocca di Mezzo (Aq), con la cooperativa Equorifugio, il rifugio Vincenzo Sebastiani, costretto a chiudere a marzo; il sostegno di Alleva la speranza + serve a ristrutturare gli spazi interni per garantire il necessario distanziamento tra gli escursionisti. “Nel rifugio di proprietà del Cai di Roma, da 20 anni sempre aperto – spiega Eleonora Saggioro – abbiamo creato un luogo che attira turismo nel parco Sirente Velino, tessendo una rete e organizzando tanti eventi culturali. I rifugi nascono per accogliere le persone, purtroppo siamo luoghi piccoli e con il Covid siamo in estrema difficoltà. Abbiamo dovuto chiudere prima per le ordinanze, poi per lavori di ristrutturazione. Per le parti nuove, l’obiettivo è creare delle mini camerette in modo che le persone siano autonome, mentre bisogna riorganizzare la camerata vecchia. Vorremmo creare più spazi all’esterno, per fare mangiare le persone distanziate su una terrazza”.

Domenico Angelini nella sua azienda agricola Dolci Giuseppina, a conduzione familiare, a Monteleone di Spoleto, in alta Valnerina (Pg), coltiva legumi e cereali biologici, zafferano e produce miele. Con il sostegno di Alleva la speranza + vuole realizzare un punto di degustazione sulla sua terrazza panoramica e acquistare altre arnie per le api. “Lenticchie, ceci, cicerchia, fagioli e roveja sono la nostra specialità. Tra i cereali coltiviamo l’unico farro con marchio Dop in tutta Europa – dice Domenico Angelini – e, inoltre, aderiamo all’associazione produttori zafferano di Cascia. I miei genitori sperano di poter presto passare la conduzione alla nuova generazione. Io ho scelto di rimanere sul territorio per il forte attaccamento che sento nei confronti di questi luoghi e per dare un futuro a questa impresa. Il nostro sogno è ampliare l’offerta investendo nella trasformazione delle materie prime. Intanto, vorremmo una struttura in legno antisismica da sistemare sulla nostra terrazza, che permetta ai clienti di assaporare i nostri prodotti e il panorama”.

Brigida Stanziola coordina le attività educative del Centro di educazione ambientale Il Sentiero di Poggiodomo (Pg), che è il comune più piccolo dell’Umbria; il contributo di Alleva la speranza + serve ad aumentare l’efficienza energetica della struttura, migliorare la gestione dei rifiuti e sviluppare un progetto di ospitalità diffusa. Il Cea si trova a circa 1.000 metri nel cuore della Valnerina, a pochi chilometri dal Parco nazionale dei Monti sibillini. “Organizziamo – racconta Brigida Stanziola – centri estivi, campi di volontariato e tante attività ambientali. La nostra è una struttura che è sempre stata a disposizione degli abitanti di Poggiodomo. Nel 2016 con il primo terremoto è stato un rifugio e anche adesso, con la pandemia, le riunioni possono essere fatte nell’ampia sala areata e sanificata: qui sono stati organizzati i consigli comunali. La grande cucina è a disposizione dell’associazione che organizza le feste del paese. Purtroppo con il terremoto 2016-2017 è stato impossibile continuare le nostre attività; poi sono arrivati anche pandemia e lockdown”.

Alle donazioni che arriveranno attraverso la piattaforma PlanBee, si sommeranno quelle di Enel e di Legambiente, perché i loro progetti di rinascita possano diventare realtà.

Dichiarazioni dei partner:

Paolo Piacentini, presidente nazionale di Federtrek: “Sono davvero lieto a titolo personale e come Federtrek di sostenere un progetto che vede coinvolte persone straordinarie cariche di passione. Di Stefano ed Elena conosco la forza ed il coraggio nell’aver messo in piedi dal nulla il rifugio Monte Vector che sta diventando uno dei luoghi più accoglienti lungo ilCammino nelle Terre Mutate. Di Eleonora Saggioro conosco la caparbietà e l’attenzione alla qualità che ha da sempre caratterizzato il Rifugio Sebastiani, che oggi si presenta al mondo degli escursionisti in una veste profondamente rinnovata”.

Valerio Nicastro, presidente di Host Italia: “L’Abruzzo è una regione multiforme e splendida, in cui la natura molto ha dato ma anche molto ha tolto. Le associazioni Host Italia e Abruzzobnb sono liete di poter sostenere il progetto di Legambiente ‘Alleva la Speranza+’, e si adopereranno per coinvolgere i propri soci e i propri contatti in questa entusiasmante gara di solidarietà. Buona fortuna!”.

Giulio Sparascio, presidente nazionale di Turismo verde: “Trasformiamo l’emergenza coronavirus in una opportunità. Cerchiamo di non ripresentarci, al termine di questa pandemia (speriamo a breve) uguali a prima, ma cerchiamo nuovi modelli di business, fondati su valori diversi, su cui l’Italia ha moltissime carte da giocare. Ridiamo valore al fattore umano e quindi alle relazioni, di cui gli agriturismi sono i portavoce, elemento chiave per l’accrescimento del bene comune e delle aree più interne del nostro Belpaese ed ancora di più nei territori colpiti dal sisma. L’agriturismo con la sua multifunzionalità punta da sempre alle relazioni sociali con: le Istituzioni pubbliche come comuni, provincia, regione, gli Enti parchi e aree naturali, i piccoli musei, gli agricoltori limitrofi per l’approvvigionamento delle materie prime e tutti quei soggetti legati al Turismo di quel territorio come guide parchi, guide ai piccoli borghi, spiagge, paese di montagna meno conosciuti, imprenditori che offrono qualsiasi altro servizio turistico come passeggiate a cavallo, trekking, mountain bike, barca, artigiani che tramandano gli antichi mestieri”.

Fabio Renzi, segretario generale di Symbola – Fondazione per le Qualità Italiane: “Symbola si è molto impegnata in questi quattro anni per una ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici e meteorologici del 2016/17 che fosse prima di tutto un progetto di rigenerazione territoriale basato sul protagonismo civile, politico ed economico delle comunità locali. Proprio come fa il progetto Alleva la speranza che, dopo aver aiutato gli allevatori, ora centra l’attenzione sul settore dell’ospitalità extralberghiera, chiamato a qualificare e a mettere in sicurezza le proprie strutture per rispondere al meglio alla crescente domanda – come i dati di questa estate stanno a dimostrare – di turismo esperienziale ed emozionale legata all’ambiente, alla natura, al paesaggio e alla cultura. Per questo Symbola ha deciso di accompagnare e promuovere l’iniziativa promossa da Legambiente ed Enel, in collaborazione con PlanBee, per la raccolta di risorse destinate a dare fiducia e sostegno a quelle attività economiche che svolgono il ruolo di veri e propri presìdi territoriali”.

L’ufficio stampa

Legambiente: Alice Scialoja 339 3945428 – Luisa Calderaro 349 6546593 – Valentina Barresi 346 2308590

Anche le forzature sulla disciplina dei paesaggi montani hanno contribuito all’annullamento del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio; una occasione per ripensare le strategie per le montagne del Lazio e arrestare la devastazione del Terminillo

La Corte Costituzionale, con sentenza pubblicata pochi giorni fa, ha annullato il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) del Lazio, e lo ha fatto perchè la Regione Lazio ha violato il principio di leale collaborazione tra istituzioni.

Il testo del PTPR concordato con il MiBACT come legge impone, infatti, avrebbe dovuto essere approvato tal quale dal Consiglio Regionale, che di converso ha licenziato un testo modificato in più parti e contenente norme che  scardinano l’obbligo di copianificazione Stato-Regione e che allentano le tutele di molti beni paesaggistici tra cui le aree montane, dove il PTPR manomesso avrebbe consentito la realizzazione di impianti sciistici, impianti di innevamento artificiale e attrezzature ricettive al di sopra della fascia dei 1200 metri.

Questa disattenzione nei confronti della tutela paesaggistica della montagna purtroppo non sorprende.

Da anni – attraverso le ripetute osservazioni presentate nell’ambito delle procedure di VIA del progetto Terminillo Stazione Montana (TSM) – il Comitato del #noTSM ha rilevato come la Regione Lazio interpretasse in maniera ingiustificatamente estensiva le norme del PTPR, e come tali interpretazioni collidessero in maniera sostanziale anche con le Direttive Comunitarie, il tutto per consentire la realizzazione di un progetto devastante per il paesaggio e per l’ambiente, economicamente fallimentare e posto fuori dal tempo dal climate change.

Duole constatare che fino ad oggi questa insensibilità regionale è stata sostanzialmente condivisa dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Frosinone, Rieti e Latina, che ha già emesso parere paesaggistico positivo sul TSM nonostante al tempo di formazione dell’atto fossero in vigore le norme più restrittive di quelle successivamente manomesse dalla Regione Lazio.

Il nostro auspicio è che questa vicenda spinga la Regione Lazio a considerare con maggiore consapevolezza la tutela paesaggistica del suo territorio, e che tale consapevolezza si estenda anche alle strutture periferiche del MiBACT.

INFO www.notsm.info