Camminare in ambito urbano

Penso che con la pandemia si sia aperta una nuova era, nulla potrà essere più come prima molte persone stanno riflettendo come un diverso stile di vita sia assolutamente necessario per migliorare in modo forte la qualità della vita a iniziare dalle città.” (Italo Cementi, 2020)

Oggi più che mai, in questo processo di cambiamento, di nuova idea di città, di una città che mette al centro del suo sviluppo l’uomo e il suo benessere fisico e psichico è necessario procedere verso una nuova idea di mobilità, dove il muoversi a piedi diventa prioritario. Il recupero delle periferie e una nuova mobilità urbana, realmente sostenibile, sono i due obiettivi del Camminare in città.

Camminare è sicuramente un modo forte per incidere nel sociale, per ricostruire valori forti e condivisi che mettano al primo posto l’uomo e uno sviluppo della nostra società basato sulla solidarietà e sulla giustizia sociale. Una società che punti ad includere ed unire, anziché dividere ed etichettare.

Il gesto del camminare può mettere in rete tutte quelle realtà che possono diventare motore, stimolo, incentivo per creare sviluppo, lavoro, socializzazione e benessere. In sintesi, un nuovo modello di società, che può portare i suoi benefici effetti anche attraverso un miglioramento della qualità del vivere urbano.

Considerare il camminare, nella sua accezione più ampia, come elemento portante di un nuovo concetto di mobilità urbana, vuol dire fare una precisa scelta, come uomini responsabili e coscienti, nei confronti delle future generazioni.

Ci sono sempre più persone che vorrebbero muoversi con i mezzi pubblici e a piedi ma, quasi mai, trovano città pronte a rispondere a questo bisogno di mobilità sostenibile. È quindi necessario ripensare il concetto stesso di città, che dovrà guidare una nuova programmazione di sviluppo urbano, basandosi su un diverso rapporto tra la città e l’uomo.

Vivere meglio perché le città camminate sono città paesaggisticamente più belle, esteticamente più godibili. Il concetto di “paesaggio urbano” può sembrare un ossimoro, soprattutto se pensiamo a certe periferie degradate delle nostre città, ma solo con questo scatto mentale, con questo cambio di pensiero si potrà realmente arrivare a risultati inaspettati.

#liberidicamminare è lo slogan che FederTrek utilizza da sempre in tutta la comunicazione che promuove, ogni anno, la Giornata Nazionale del Camminare. Ma siamo veramente liberi di camminare? Fino a quando si rimane nei “templi” dell’escursionismo, le zone montane alpine o appenniniche dove da decenni la rete dei sentieri viene curata e sviluppata, oppure le aree protette e i parchi naturali, di solito tutto fila liscio, ma ci sono situazioni in cui non è raro trovare ostacoli sul proprio cammino.

Nelle aree naturali periferiche delle città, dove, fra una lottizzazione e l’altra, è facile che sentieri e strade bianche scompaiano da un giorno all’altro. Oggi, sempre più spesso, anche per piccoli spostamenti si ricorre alle automobili rispetto alla modalità ciclabile o pedonale. In questo modo ci priviamo della libertà di muoversi, di fruire degli spazi urbani e di esplorare il proprio territorio. La mobilità sostenibile punta a sostenere il muoversi a piedi in sicurezza.

Abbiamo motivazioni ambientali, politiche ed educative che ci spingono a prestare attenzione allo sviluppo di percorsi urbani, al fine di coinvolgere attivamente la città di Roma nel percorso verso la sostenibilità energetica e ambientale come richiesto dalla direttiva europea 2009/28/CE. In particolare, appare prioritario affrontare nelle città il problema delle emissioni di CO2 legate ai trasporti, attraverso politiche di mobilità urbana sostenibile per il trasporto pubblico e privato. Fondamentale il coinvolgimento dei cittadini e, più in generale, la partecipazione della società civile.

  • MOBILITA’ PEDONALE

La mobilità pedonale viene poco considerata come una delle potenziali componenti dei piani di mobilità urbana. Analizzando attentamente gli spostamenti delle genti nella storia, ci rendiamo però conto che per centinaia di anni è stata predominante, se non l’unico modo di spostarsi. Basta pensare ai tanti Cammini che hanno nei secoli attraversato l’Italia e l’Europa. Oggi ci troviamo ah misurare la mobilità sulla base degli spostamenti su mezzi che vanno dalle auto private a sistemi collettivi di trasporto di vario genere.

Il periodo che abbiamo appena superato, in cui a causa delle restrizioni sanitarie dovute alla pandemia di covid abbiamo ridotto l’uso dei mezzi collettivi, Abbiamo scoperto che è possibile muoverci nella nostra città camminando, scoprendo che molti dei servizi che cercavamo a distanze anche importanti sono disponibili in luoghi molto più vicini.

I tempi sono perciò maturi per pensare una mobilità anche dal punto di vista pedonale applicando i principi i modelli della mobilità su ruota anche a quelli che prevedono semplicemente l’uso dei piedi. Una mobilità che può soddisfare molteplici e diverse esigenze che vanno da raggiungere un punto vendita di prodotti alimentari, gli uffici comunali, la scuola o la palestra dei figli, ma anche per il diletto di scoprire il territorio in cui si vive ritrovandosi ad amarlo.

I percorsi pedonali possono e devono diventare veri e propri sentieri intermodali a servizio della mobilità urbana, che permettano di raggiungere punti di interesse come ospedali, scuole, biblioteche e uffici comunali con modalità alternative alla mobilità automobilistica. L’integrazione con la mobilità pubblica, lo sviluppo di nuovi progetti di mobilità ispirati ai principi della sostenibilità ambientale, della valorizzazione del territorio e del benessere psicofisico del cittadino, sono la via maestra da seguire.

I sentieri urbani possono far scoprire alle persone le reali distanze tra due punti della città. Molto spesso la percezione delle distanze in città è percepita come tempo passato in auto. L’esperienza del sentiero urbano potrà far scoprire che termini di tempo queste distanze sono molto più brevi.

Sentieri urbani rappresentano infrastrutture leggere che possono accompagnare i cittadini negli spostamenti quotidiani sia per lavoro che per attingere ai servizi che la città mette a disposizione. Ciò garantendo l’autonomia interni di percorsi e di tempi, ma soprattutto aprendo gli occhi dei camminatori sul mondo che attraversano lungo gli spostamenti a piedi. Allo stesso tempo possono rappresentare un nuovo modo di conoscere le città andando oltre a quelli che sono i principali attrattori storico culturali, immergendosi nel contesto sociale e nella realtà dei luoghi meno conosciuti

  • L’ACCOMPAGNAMENTO NEL PAESAGGIO URBANO: LA FIGURA DELL’ACCOMPAGNATORE DI TREKKING URBANO VOLONTARIO (ATUV)

Parallelamente alla promozione del camminare in città, è cresciuta la proposta dell’Urban Trek delle associazioni romane affiliate a FederTrek, che hanno fatto scoprire a tanti camminatori angoli della città spariti alla vista dei più. Da questa esperienza è nata la figura dell’Accompagnatore di Trekking Urbano Volontario (ATUV).

L’Accompagnatore di Trekking Urbano Volontario è una figura nuova di Accompagnatore Escursionistico in un Ecosistema Urbano nato in seno a FederTrek, che non vuole interferire o sovrapporsi alla figura professionale della Guida Turistica. E’ un esploratore, un osservatore e soprattutto un facilitatore culturale, che traduce quanto osserva dell’Ecosistema Urbano in itinerari su cui condurre i camminator.

Si occupa in modo Volontario di Progettazione, Conduzione ed Organizzazione “Trekking Urbani”, peri soci delle Associazioni affiliate a FederTrek. Con capacità di progettazione ed azione l’ATUV coniuga tra di loro aspetti che connotano l’essenza del territorio (l’antropologia, il sistema eco-urbano, le trasformazioni economiche e sociali che riguardano la comunità locale) con elementi personali/psicologici quali i ricordi, le emozioni, le sensazioni dei singoli cittadini coinvolti lungo i percorsi.

PROPOSTE DI TREKKING URBANO …

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