Ogni anno, l’11 dicembre, la Giornata Internazionale della Montagna ci invita a fermarci e a riflettere sul valore immenso di questi ecosistemi straordinari. Le montagne non sono soltanto scenari maestosi o mete privilegiate per chi ama camminare: sono luoghi di rigenerazione profonda per la mente e per il corpo, custodi di culture millenarie e, allo stesso tempo, infrastrutture ecologiche indispensabili per la vita nelle nostre città.

Chi cammina in montagna conosce bene la sensazione di riconnessione che nasce passo dopo passo. L’aria più pura, la lentezza del ritmo, l’immersione nella natura e il silenzio interrotto soltanto dai suoni dell’ambiente creano un’esperienza capace di ristabilire un equilibrio interiore che la frenesia urbana tende a erodere. La montagna riduce lo stress, migliora la percezione di sé, stimola il movimento e incoraggia forme di socialità autentica: non è un caso se molte ricerche associate al benessere psicofisico indicano proprio gli ambienti naturali di quota come tra i più efficaci nell’alleviare ansia e affaticamento emotivo.

Ma la montagna non rigenera soltanto le persone. Rigenera anche le città e i territori pianeggianti, spesso inconsapevoli della loro dipendenza da questi ecosistemi elevati. Le montagne forniscono una quota essenziale delle risorse idriche che alimentano acquedotti, agricoltura e industria; ospitano boschi che proteggono dalle frane e regolano il clima locale; custodiscono biodiversità che contribuisce alla salute degli ecosistemi più a valle. Senza montagne vive, curate e rispettate, le città perderebbero la loro principale cassaforte ecologica.

La Giornata Internazionale della Montagna serve dunque a ricordarci che questi territori sono allo stesso tempo fragili e indispensabili. I cambiamenti climatici stanno accelerando lo scioglimento dei ghiacciai, modificando gli equilibri delle risorse idriche e rendendo più instabili pendii e boschi. L’abbandono delle attività tradizionali, la perdita di comunità residenti e il turismo non sostenibile rischiano di impoverire paesaggi culturali unici e insostituibili.

In questo scenario, la pratica del camminare e l’impegno delle associazioni che promuovono l’escursionismo responsabile assumono un valore strategico. Camminare significa interpretare la montagna con rispetto, con un passo lento che osserva, ascolta e impara. Significa sostenere le economie locali, riscoprire antichi sentieri, creare legami sociali e culturali. È un modo concreto per generare consapevolezza e tutelare attivamente il territorio.

Le montagne rappresentano un patrimonio comune, che appartiene tanto a chi le abita quanto a chi le attraversa per poche ore. Celebrare questa giornata significa riconoscere l’interdipendenza tra le vette e le città, tra il benessere delle persone e lo stato di salute degli ecosistemi montani. Significa rafforzare l’impegno collettivo a proteggere e valorizzare questi territori, non come luoghi remoti e separati, ma come alleati indispensabili per costruire un futuro più equilibrato, resiliente e sostenibile.

Le montagne ci offrono un dono prezioso: la possibilità di ritrovare noi stessi mentre camminiamo verso l’alto. In cambio, ci chiedono cura, rispetto e responsabilità. In questa giornata dedicata a loro, il modo migliore per celebrarle è ricordare che ogni passo in montagna è un atto di gratitudine verso un patrimonio che sostiene la vita di tutti noi, anche molto lontano dalle sue cime.