Negli ultimi anni, l’escursionismo e il turismo outdoor stanno vivendo una crescita senza precedenti. L’interesse verso le attività all’aria aperta, alimentato dal desiderio di benessere, contatto con la natura e scoperta autentica dei territori, ha generato un fenomeno che coinvolge milioni di persone in Italia e in Europa. Tuttavia, come ogni crescita rapida, anche questa porta con sé sfide importanti: la necessità di distribuire i flussi in maniera equilibrata, di evitare la concentrazione del turismo solo in poche mete iconiche e di favorire una fruizione sostenibile, capace di valorizzare un maggior spettro di destinazioni, comprese quelle meno conosciute ma ricche di valore ambientale, storico e umano.

La sfida della sostenibilità nel turismo outdoor

Il boom dell’escursionismo non è un fatto marginale. Cammini, sentieri, percorsi naturalistici e trekking urbani rappresentano oggi un segmento strategico del turismo italiano. Eppure, questo successo rischia di compromettere proprio ciò che ne costituisce la forza: la qualità dell’esperienza e l’integrità dei luoghi attraversati.
Le mete più note — dai cammini storici ai parchi nazionali più celebri — registrano in certi periodi un afflusso insostenibile di visitatori, con ricadute sulla biodiversità, sull’infrastruttura locale e sulla vita delle comunità residenti. Al contrario, le aree interne e rurali, spesso ricche di patrimonio naturale e culturale, restano escluse dai grandi circuiti turistici, pur avendo un enorme potenziale di accoglienza e rigenerazione territoriale.

È qui che entra in gioco una delle più grandi sfide del futuro dell’escursionismo: redistribuire i flussi di interesse, favorendo itinerari, cammini e progetti capaci di diffondere le opportunità economiche e sociali su un territorio più vasto. Non si tratta solo di “spostare” i camminatori, ma di costruire un nuovo equilibrio tra uomo e ambiente, turismo e comunità, promozione e tutela.

Il ruolo strategico delle Associazioni affiliate a FederTrek

In questo scenario, il ruolo delle Associazioni affiliate a FederTrek diventa cruciale. La loro azione quotidiana, radicata nei territori, rappresenta un esempio concreto di come il turismo lento e l’escursionismo possano diventare strumenti di sviluppo sostenibile e di coesione sociale.

Ogni fine settimana, centinaia di accompagnatori FederTrek conducono i soci e i tesserati in esperienze escursionistiche che non si limitano alla fruizione del paesaggio, ma promuovono conoscenza, educazione ambientale e relazione con le comunità locali. Queste attività si svolgono in modo capillare su tutto il territorio nazionale, con una particolare attenzione proprio alle aree interne e marginali, dove il camminare rappresenta un’occasione concreta di rivitalizzazione e presidio umano del territorio.

Molti borghi italiani, spesso dimenticati dalle rotte turistiche tradizionali, ritrovano grazie alle iniziative delle associazioni affiliate una nuova visibilità. I sentieri vengono recuperati, le strutture di accoglienza rianimate, le comunità locali coinvolte in un processo virtuoso di partecipazione. È il camminare che si fa strumento di rinascita locale, un modo per “ricucire” il Paese attraverso i passi lenti dei camminatori.

Il Festival dei Borghi Rurali della Laga: un modello di sinergia

Un esempio emblematico di questa visione è il Festival dei Borghi Rurali della Laga, un evento che negli ultimi anni ha saputo mettere in rete associazioni, istituzioni e comunità locali dell’Appennino centrale, in un’area straordinaria ma fragile, segnata dal sisma e dallo spopolamento.
Il Festival non è soltanto un momento di festa o di escursionismo collettivo: è una manifestazione culturale e territoriale che unisce cammino, musica, artigianato, gastronomia e memoria dei luoghi.

Attraverso i trekking organizzati dalle associazioni affiliate a FederTrek, i partecipanti non solo esplorano ambienti di rara bellezza — boschi, ruscelli, antichi tratturi — ma incontrano le persone che vivono e resistono in quei borghi, scoprendo il valore autentico dell’accoglienza rurale.

Il successo del Festival dimostra come sia possibile coniugare la promozione turistica con la salvaguardia delle identità locali, generando ricadute economiche sostenibili e, soprattutto, un rinnovato senso di appartenenza. Ogni cammino, in questo contesto, diventa un gesto di solidarietà verso i territori interni e una scelta consapevole di turismo responsabile.

I Cammini come strumento di riequilibrio territoriale

Accanto agli eventi come il Festival della Laga, i Cammini rappresentano una delle più potenti leve per distribuire i flussi escursionistici e valorizzare territori meno noti.
In Italia si contano ormai decine di itinerari di lunga percorrenza: dalla Via Francigena alla Via degli Dei, dalla Via dei Lupi — fortemente promossa da FederTrek — fino alla Via di San Francesco, al Cammino dei Briganti, ai percorsi della Regina Camilla o della Spiritualità Ernica.

Questi cammini, se ben gestiti, possono trasformarsi in veri e propri corridori di sostenibilità, capaci di collegare aree protette, borghi, produzioni locali e reti associative. Favorire la conoscenza e la frequentazione di itinerari meno affollati significa alleggerire la pressione su quelli già saturi, ma anche offrire nuove opportunità a territori che oggi vivono una condizione di marginalità economica e sociale.

FederTrek, con la sua rete di associazioni e di accompagnatori volontari, svolge un ruolo determinante in questo processo: non solo nella promozione dei cammini esistenti, ma anche nella costruzione di nuovi percorsi tematici che rispondano alle esigenze contemporanee di sostenibilità, accessibilità e inclusione.

Accoglienza, formazione e comunità: la chiave del futuro

Perché questa redistribuzione dei flussi possa funzionare, è necessario che le destinazioni “emergenti” siano in grado di accogliere. La sostenibilità passa anche attraverso la qualità dell’accoglienza: non solo ricettiva, ma relazionale.
Le Associazioni affiliate a FederTrek contribuiscono a questo processo formando accompagnatori preparati, capaci di interpretare il territorio e di mediare tra camminatori e comunità locali.

Le esperienze di trekking organizzate, gli eventi culturali, i corsi di formazione e i programmi di volontariato ambientale sono parte di una più ampia strategia che mira a creare una rete viva e partecipata di turismo consapevole, in cui ogni camminatore diventa ambasciatore dei luoghi visitati.

Favorire la promozione dei territori meno noti significa anche raccontarli, con linguaggi moderni e strumenti adeguati: dalle campagne social alla valorizzazione dei contenuti digitali, dalle collaborazioni con enti locali alla partecipazione a reti europee di turismo sostenibile. In questo senso, FederTrek è da anni un punto di riferimento nel panorama nazionale, capace di coniugare la dimensione escursionistica con quella culturale, sociale e ambientale.

Un futuro da costruire passo dopo passo

La crescita dell’interesse verso l’outdoor è un segnale positivo: racconta il bisogno collettivo di natura, di equilibrio, di lentezza. Ma per non tradire questo desiderio occorre un cambio di paradigma.
Bisogna superare la logica dei “luoghi da vedere” per abbracciare quella dei “territori da vivere”. L’escursionismo del futuro dovrà essere diffuso, inclusivo e rispettoso, capace di generare valore non solo per chi cammina, ma anche per chi resta, lavora e custodisce i territori.

Distribuire i flussi, valorizzare le aree interne, stimolare l’accoglienza e sostenere il lavoro silenzioso delle associazioni locali non sono azioni secondarie: sono la base di una nuova idea di camminare, che guarda al paesaggio come a una comunità vivente.

In questo cammino verso il futuro, FederTrek e le sue Associazioni affiliate continueranno a essere protagoniste, con la forza della partecipazione, la passione dei volontari e la convinzione che ogni passo possa essere un gesto di cura verso il mondo che ci ospita.