I SITI MINERARI DI LILLIANO
Cari Soci, Care Socie, l'escursione di domenica prossima, sarà un anello intorno ai siti minerari di Lilliano, chiusi da decenni.
Le famose miniere di Lilliano presero nome dal borgo omonimo in conseguenza dei molti giacimenti scoperti e sfruttati sul suo territorio. I giganteschi banchi di lignite che vennero scoperti tra Topina e Lilliano consentirono un intenso sfruttamento per quasi tutto il Novecento.
Nel 1927 i giacimenti minerari di prima categoria, nei quali rientrava la lignite, divennero proprietà statale. Pertanto i concessionari privati dovevano pagare un prezzo proporzionato agli ettari interessati da ogni miniera.
Merita una menzione la storia dell'industriale Pontecorvo, che a seguito delle leggi razziali che vietavano la proprietà ebrea fu costretto a vendere l'azienda ai fratelli Serafin nel 1937, che saranno gli ultimi proprietari.
Nella zona della nostra escursione c'erano le tre bocche storiche di Monteo, Cignan Rosso e Cignan Bianco. Una volta portato in superficie il minerale veniva selezionato e trasportato attraverso camion oppure avviato alla stazione ferroviaria di Castellina Scalo con una linea teleferica.
Come praticamente tutte le miniere, anche quelle di Lilliano hanno avuto il loro tributo di sangue, a causa delle situazioni di altissimo rischio in cui si lavorava. Si ricordano a memoria d'uomo numerosi incidenti, di cui almeno 15 mortali, fra cui la tragedia del 1952, che causò la morte di due minatori, i cui corpi vennero recuperati dalle gallerie allagate dopo due mesi.
Oggi queste zone sono completamente trasformate. Le case dei minatori sono state trasformate in residenze agricole, i campi sono coltivati con grandi estensioni di vigneti di alta qualità e gli ingressi alle miniere sono sbarrati.
Una tipica campagna chiantigiana nella quale il ricordo del duro e pericoloso lavoro delle miniere è ormai affidato solo ai toponimi.
Per partecipare usate il link di prenotazione sulla locandina in pdf o quello riportato sotto
https://forms.gle/j85WzvCvo84sXFif7
Vi aspettiamo numerosi.
Per Camminando a Quercegrossa
Bruno, Mauro e Claudia
Le famose miniere di Lilliano presero nome dal borgo omonimo in conseguenza dei molti giacimenti scoperti e sfruttati sul suo territorio. I giganteschi banchi di lignite che vennero scoperti tra Topina e Lilliano consentirono un intenso sfruttamento per quasi tutto il Novecento.
Nel 1927 i giacimenti minerari di prima categoria, nei quali rientrava la lignite, divennero proprietà statale. Pertanto i concessionari privati dovevano pagare un prezzo proporzionato agli ettari interessati da ogni miniera.
Merita una menzione la storia dell'industriale Pontecorvo, che a seguito delle leggi razziali che vietavano la proprietà ebrea fu costretto a vendere l'azienda ai fratelli Serafin nel 1937, che saranno gli ultimi proprietari.
Nella zona della nostra escursione c'erano le tre bocche storiche di Monteo, Cignan Rosso e Cignan Bianco. Una volta portato in superficie il minerale veniva selezionato e trasportato attraverso camion oppure avviato alla stazione ferroviaria di Castellina Scalo con una linea teleferica.
Come praticamente tutte le miniere, anche quelle di Lilliano hanno avuto il loro tributo di sangue, a causa delle situazioni di altissimo rischio in cui si lavorava. Si ricordano a memoria d'uomo numerosi incidenti, di cui almeno 15 mortali, fra cui la tragedia del 1952, che causò la morte di due minatori, i cui corpi vennero recuperati dalle gallerie allagate dopo due mesi.
Oggi queste zone sono completamente trasformate. Le case dei minatori sono state trasformate in residenze agricole, i campi sono coltivati con grandi estensioni di vigneti di alta qualità e gli ingressi alle miniere sono sbarrati.
Una tipica campagna chiantigiana nella quale il ricordo del duro e pericoloso lavoro delle miniere è ormai affidato solo ai toponimi.
Per partecipare usate il link di prenotazione sulla locandina in pdf o quello riportato sotto
https://forms.gle/j85WzvCvo84sXFif7
Vi aspettiamo numerosi.
Per Camminando a Quercegrossa
Bruno, Mauro e Claudia
Cari Soci, Care Socie, l'escursione di domenica prossima, sarà un anello intorno ai siti minerari di Lilliano, chiusi da decenni.
Le famose miniere di Lilliano presero nome dal borgo omonimo in conseguenza dei molti giacimenti scoperti e sfruttati sul suo territorio. I giganteschi banchi di lignite che vennero scoperti tra Topina e Lilliano consentirono un intenso sfruttamento per quasi tutto il Novecento.
Nel 1927 i giacimenti minerari di prima categoria, nei quali rientrava la lignite, divennero proprietà statale. Pertanto i concessionari privati dovevano pagare un prezzo proporzionato agli ettari interessati da ogni miniera.
Merita una menzione la storia dell'industriale Pontecorvo, che a seguito delle leggi razziali che vietavano la proprietà ebrea fu costretto a vendere l'azienda ai fratelli Serafin nel 1937, che saranno gli ultimi proprietari.
Nella zona della nostra escursione c'erano le tre bocche storiche di Monteo, Cignan Rosso e Cignan Bianco. Una volta portato in superficie il minerale veniva selezionato e trasportato attraverso camion oppure avviato alla stazione ferroviaria di Castellina Scalo con una linea teleferica.
Come praticamente tutte le miniere, anche quelle di Lilliano hanno avuto il loro tributo di sangue, a causa delle situazioni di altissimo rischio in cui si lavorava. Si ricordano a memoria d'uomo numerosi incidenti, di cui almeno 15 mortali, fra cui la tragedia del 1952, che causò la morte di due minatori, i cui corpi vennero recuperati dalle gallerie allagate dopo due mesi.
Oggi queste zone sono completamente trasformate. Le case dei minatori sono state trasformate in residenze agricole, i campi sono coltivati con grandi estensioni di vigneti di alta qualità e gli ingressi alle miniere sono sbarrati.
Una tipica campagna chiantigiana nella quale il ricordo del duro e pericoloso lavoro delle miniere è ormai affidato solo ai toponimi.
Per partecipare usate il link di prenotazione sulla locandina in pdf o quello riportato sotto
https://forms.gle/j85WzvCvo84sXFif7
Vi aspettiamo numerosi.
Per Camminando a Quercegrossa
Bruno, Mauro e Claudia
Le famose miniere di Lilliano presero nome dal borgo omonimo in conseguenza dei molti giacimenti scoperti e sfruttati sul suo territorio. I giganteschi banchi di lignite che vennero scoperti tra Topina e Lilliano consentirono un intenso sfruttamento per quasi tutto il Novecento.
Nel 1927 i giacimenti minerari di prima categoria, nei quali rientrava la lignite, divennero proprietà statale. Pertanto i concessionari privati dovevano pagare un prezzo proporzionato agli ettari interessati da ogni miniera.
Merita una menzione la storia dell'industriale Pontecorvo, che a seguito delle leggi razziali che vietavano la proprietà ebrea fu costretto a vendere l'azienda ai fratelli Serafin nel 1937, che saranno gli ultimi proprietari.
Nella zona della nostra escursione c'erano le tre bocche storiche di Monteo, Cignan Rosso e Cignan Bianco. Una volta portato in superficie il minerale veniva selezionato e trasportato attraverso camion oppure avviato alla stazione ferroviaria di Castellina Scalo con una linea teleferica.
Come praticamente tutte le miniere, anche quelle di Lilliano hanno avuto il loro tributo di sangue, a causa delle situazioni di altissimo rischio in cui si lavorava. Si ricordano a memoria d'uomo numerosi incidenti, di cui almeno 15 mortali, fra cui la tragedia del 1952, che causò la morte di due minatori, i cui corpi vennero recuperati dalle gallerie allagate dopo due mesi.
Oggi queste zone sono completamente trasformate. Le case dei minatori sono state trasformate in residenze agricole, i campi sono coltivati con grandi estensioni di vigneti di alta qualità e gli ingressi alle miniere sono sbarrati.
Una tipica campagna chiantigiana nella quale il ricordo del duro e pericoloso lavoro delle miniere è ormai affidato solo ai toponimi.
Per partecipare usate il link di prenotazione sulla locandina in pdf o quello riportato sotto
https://forms.gle/j85WzvCvo84sXFif7
Vi aspettiamo numerosi.
Per Camminando a Quercegrossa
Bruno, Mauro e Claudia
Turistica / Escursionistica/Trek-Famiglie
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)