Agri-Culture Convegno

Lunedì 12 giugno 2017 si svolgerà a Roma il convegno “Agri-culture. Tutela e valorizzazione del patrimonio rurale nel Lazio, organizzato dal Dipartimento di Architettura e dal Dipartimento di Studi umanistici dell’ Università degli Studi Roma Tre nell’ambito del progetto “Smart Environments” in collaborazione con Regione Lazio e Arsial. 

Il convegno di studi è finalizzato ad approfondire il tema della tutela dei paesaggi rurali e vuole costituire un momento di confronto multidisciplinare tra pubbliche amministrazioni, studiosi e professionisti che operano all’interno della Regione Lazio.

Proteggere il patrimonio paesaggistico rurale significa coniugare conservazione e trasformazione, preservare le identità locali e promuovere progetti che siano in grado di interpretare le antiche tracce dei luoghi in chiave contemporanea, riportando l’attenzione sulla campagna e sulle aree interne.

I lavori si suddividono in una sessione mattutina e due sessioni pomeridiane.

Durante la mattina interverranno sui temi dell’agricoltura, del turismo e delle economie locali del Lazio esperti e amministratori regionali.

Nel pomeriggio, due sessioni tematiche affronteranno il ruolo della ricerca e del progetto nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio rurale.

Si parlerà anche di cammini …

I territori per vivere hanno bisogno anche di cammini su itinerari che possano fungere da volano per la promozione, valorizzazione e tutela del paesaggio rurale. Ma come? I cammini da soli non bastano. Serve anche la comunicazione, il “fertilizzante” dei territori laddove i passi sono l’aratro che smuove e prepara il terreno. Camminare è una pratica interdisciplinare di benessere che tocca tutte le corde dell’animo umano e, contemporaneamente, della natura che attraversa. Saper comunicare tutto questo significa raccontare il valore dei territori e i cammini possono diventare i contenuti di un marketing verde per il turismo sostenibile.

Dal mondo delle associazioni affiliate di FEDERTREK interverrà Davide Novelli in rappresentanza dell’associazione escursionistica CAMMINANDO CON  che, nella Valle del Turano, in provincia di Rieti, ha avviato una progettualità per la valorizzazione integrata del territorio utilizzando il camminare come filo conduttore per la promozione dei suoi borghi (tra cui Castel di Tora, Collalto Sabino e Orvinio, inseriti nella prestigiosa lista dei borghi più belli d’Italia), e dei monti Carseolani che circondano le limpide acque del lago del Turano. A completamento del quadro di insieme, interverrà Ilaria Canali sul tema della comunicazione per la promozione dei territori.

AGRI-CULTURE

TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE NEL LAZIO

lunedì 12 giugno 2017
Dipartimento di Architettura | Università degli Studi Roma Tre
Aula Libera | ex Mattatoio | via Aldo Manuzio 68L

PROGRAMMApaesaggio rurale

Convegno di Studi Progetto SMART ENVIRONMENTS

Valorizzazione della ricerca e crescita del territorio negli ambienti intelligenti

organizzazione:

Dipartimento di Architettura, Giorgia De Pasquale, giorgia.depasquale@uniroma3.it Dipartimento di Studi Umanistici

Sara Carallo, sara.carallo@uniroma3.it Dipartimento di Architettura Dipartimento di Studi Umanistici

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09:00 Registrazioni CHECK/IN dei partecipanti

09:30 Saluti istituzionali Elisabetta Pallottino, Dipartimento Architettura, Roma Tre

Stefano Panzieri, Prog.

“Smart Environment. Valorizzazione della ricerca e crescita del territorio negli ambienti intelligenti”

Claudio Cerreti, Dipartimento Studi Umanistici, Roma Tre

10:00 – 11:30 PAESAGGIO COME STRATEGIA DI TUTELA DEL PATRIMONIO AGRICOLO

coordina Giorgia De Pasquale

Carlo Hausmann, Assessore all’Agricoltura Caccia e Pesca, Regione Lazio

TUTELA E PROMOZIONE DEI PAESAGGI RURALI NEL LAZIO

Mauro Agnoletti, Osservatorio Nazionale Paesaggio Rurale, Mipaaf

CONOSCERE E TUTELARE. IL REGISTRO NAZIONALE DEI PAESAGGI RURALI STORICI

Antonio Rosati, ARSIAL LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE NEL LAZIO

Daniele Iacovone, INU Lazio

PTPR LAZIO: TUTELA, USO E VALORIZZAZIONE DEI PAESAGGI AGRARI DI RILEVANTE VALORE

11:30 – 11:45 coffee break

11:45 – 13:15 PAESAGGIO, IDENTITÀ E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

coordina Sara Carallo

Massimiliano Smeriglio, Vicepresidente Regione Lazio

IL RUOLO DEL TURISMO NELLA TUTELA DEL PAESAGGIO RURALE

Daniela Bianchi, Consiglio Regionale Lazio

ECONOMIA DELLA BELLEZZA E PAESAGGIO COME INFRASTRUTTURA NELLA NUOVA LEGGE SUI CAMMINI DEL LAZIO

Rita Biasi, Università Della Tuscia

PAESAGGI E LUOGHI FRA AGRICOLTURA, TRADIZIONE E INNOVAZIONE

Davide Marino, Università degli Studi del Molise

IL PAESAGGIO AGRARIO TRADIZIONALE COME CAPITALE NATURALE: IDENTITA’ E SERVIZI ECOSISTEMICI

13:15 – 14:00 PRANZO

14:00 – 16:00 COLTIVARE E PROGETTARE PAESAGGI RURALI

coordina Elisabetta Pallottino

Giuseppe Scarascia Mugnozza, Università della Tuscia

IL PAESAGGIO TRADIZIONALE DELLA TENUTA DI CASTEL DI GUIDO. GESTIONE E PIANIFICAZIONE

Sveva Di Martino, Spazi Consonanti Architettura

MUSEO DELL’OLIO DELLA SABINA DI CASTELNUOVO DI FARFA

Massimo Alvisi, Studio Alvisi-Kirimoto

CANTINA PODERNUOVO: ARCHITETTURA, PAESAGGIO E LAVORO PER UNA NUOVA SOSTENIBILITÀ

Luigi Franciosini, Università Roma Tre

LEGGERE IL PAESAGGIO: ESPERIENZE DI RICERCA E DIDATTICA NEL TERRITORIO DELLA TUSCIA MERIDIONALE

Giorgia De Pasquale, Serena Savelli, Università Roma Tre

GLI ULIVETI TERRAZZATI DI VALLECORSA. UNA RICERCA PER LA CANDIDATURA AL REGISTRO NAZIONALE DEI PAESAGGI RURALI STORICI

Antonio Santarelli, Azienda Vitivinicola Casal Del Giglio

IL PAESAGGIO DI PONZA E IL RECUPERO DEL VITIGNO AUTOCTONO BIANCOLELLA

Vincenzo Regnini, Camera Commercio Rieti

DALL’EMERGENZA ALLO SVILUPPO. IL RUOLO DEL PATRIMONIO RURALE NELLA RICOSTRUZIONE DEI COMUNI COLPITI DAL TERREMOTO

16:00 – 18:00 ATTRAVERSARE, CONOSCERE, VALORIZZARE

coordina Claudio Cerreti

Sara Carallo, Università Roma Tre

SISTEMA INFORMATIVO INTEGRATO MULTIPIATTAFORMA PER LA FRUIZIONE SOSTENIBILE DEL PAESAGGIO RURALE DELLA VALLE DELL’AMASENO

Elisabetta Vacca, Università Roma Tre

SISTEMA INFORMATIVO GEO-STORICO DEL PARCO REGIONALE DELL’APPIA ANTICA. INFORMATIZZAZIONE DEL CATASTO GREGORIANO (1816-1835)

Diego Gallinelli, Università Roma Tre

I GIS E IL TELERILEVAMENTO PER LA CONOSCENZA DEI PAESAGGI RURALI DEL PASSATO E L’OTTIMIZZAZIONE DELLE RISORSE AGRICOLE DEL PRESENTE

Luisa Carbone, Università della Tuscia

I VUOTI E I PIENI DELLA RURALITÀ DELLA TUSCIA: LA SCACCHIERA DEL LANDSCAPE LITERACY

Arturo Gallia, Università Roma Tre

IL PAESAGGIO RURALE INSULARE. LE ISOLE PONZIANE ATTRAVERSO I TEMPI

Silvia Omenetto, Università Roma Tre

IL PAESAGGIO AGRICOLO ALLA LUCE DEL FENOMENO MIGRATORIO NEL LAZIO

Davide Novelli, Ilaria Canali, Federtrek

CAMMINI E COMUNICAZIONE PER I TERRITORI: IL CASO DELLA VALLE DEL TURANO

18:00 18:15 Registrazioni CHECK/OUT dei partecipanti

APERITIVO CON PRODOTTI TIPICI DEL LAZIO offerto da ARSIAL, in collaborazione con SLOW FOOD LAZIO

 


FEDERTREK COMUNICAZIONE

ILARIA CANALI

ilariacanali@hotmail.com

stampa@federtrek.org

tel. 393.1934215

www.federtrek.org

 

 

 

… tratturi da rivivere

Dal 10 all’11 giugno si terrà la sesta edizione de La Via di Mezzo, evento escursionistico nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La manifestazione si articola su 6 cammini che, partendo dai luoghi posti lungo i confini del parco, si ritroveranno a Pescasseroli il sabato sera, per poi ricongiungersi in una grande festa pastorale la domenica nella Val Fondillo di Opi lungo il Regio Tratturo.

IL CAMMINO DELLA BIODIVERSITA’ – Andrà a percorrere il Regio Tratturo per scoprire le bellezze naturali nascoste in compagnia di esperti di biodiversità. Il percorso partirà da Barrea e raggiungerà Civitella Alfedena il sabato sera.

IL CAMMINO DEI MARSI – Percorrerà i tratturelli che dalla Piana del Fucino andavano a raggiungere la partenza del Regio Tratturo a Pescasseroli, attraversando verdi pianure e strette valli lungamente utilizzate da pastori e agricoltori sulla via di passaggio dei viandanti che si spostavano dalla Marsica all’Alto Sangro. Il percorso partirà da Lecce dei Marsi e raggiungerà Pescasseroli il sabato sera.

LA STRADA DELLA LANA – Attraverserà meravigliose praterie d’alta quota sulle antiche vie di collegamento tra Scanno e Pescasseroli. Percorsi aspri ma che sanno regalare la sensazione di spazi sconfinati in cui perdersi nel tempo andato e vivere la tradizione pastorale che gli stazzi abbandonati ripotano alla memoria. Il percorso partirà da Scanno e raggiungerà Pescasseroli il sabato sera.

IL SENTIERO DEI BRIGANTI – Salirà dalle aree di confine della Ciociaria lungo il Vallone di Forca d’Acero lungo la via praticata da pastori, briganti, boscaioli e, di recente, dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale. Il percorso sarà allietato dalle storie dei briganti e da degustazione di formaggi. Il percorso partirà da san Donato Val di Comino ed arriverà a Pescasseroli il sabato sera.

Il sabato, a Pescasseroli, si terrò la proiezione del film “Appia Antica” con Paolo Rumiz e Riccardo Carnovalini di Allessandro Scillitani, con l’intervento di Paolo Rumiz.

IL TRATTURO REGIO – La domenica tutti i camminatori si ritroveranno nella Val Fondillo di Opi in cui, allietati da musicanti, si potranno degustare i piatti tradizionali della Transumanza. Il “Cammino dei popoli antichi” partirà da Civitella Alfedena e giungerà ad Opi lungo il percorso che riportava le greggi verso casa, mentre gli altri cammini, da Pescasseroli, giungeranno ai luoghi della festa lungo il percorso che le greggi percorrevano per dirigersi verso i pascoli della Puglia.

Il progetto della Via di Mezzo, nato dalla collaborazione tra diverse realtà locali e nazionale, vuole costruire una nuova esperienza di promozione e di valorizzazione territoriale. Il percorso di valorizzazione parte dalla tradizione e dal patrimonio storico culturale della Marsica e dell’Alto Sangro prendendo come elemento unificante la tradizione della Transumanza e dei suoi Tratturi.

La via di Mezzo è riuscita, nel tempo a portare le diverse anime dei territori intorno ad un progetto comune in cui tutti gli attori prestano il proprio contributo gratuitamente al solo fine di mostrare orgogliosamente le proprie radici accogliendo i camminatori con il cuore. Il progetto intende partire dalla tradizione pastorale per accogliere un turismo lento e attento ai territori in un percorso a piedi che ripercorra gli antichi tratturi. Una occasione promozione che consentirà di stabilire un forte legame tra il territorio ed i camminatori che li porterà a tornare in futuro come si torna a trovare i vecchi amici.

Nella Via di Mezzo il viandante ha la possibilità di scoprire proprio attraverso la lentezza, una vicenda antica: quella del rapporto tra uomo e natura. Una relazione non sempre quieta che nel corso dei secoli ha dato vita ad un paesaggio unico, fatto di sentieri calcati da uomini e da lupi in un costante scambio di sguardi, ora feroce, ora pacifico, una storia fatta da antiche popolazioni che, attraverso la transumanza hanno operato scambi di saperi che oggi trovano tracce anche nella cultura immateriale del territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Ufficio stampa e comunicazione Federtrek

Info sulla manifestazione_ http://viadimezzo.federtrek.org

Partirà il 28 giugno da Fabriano e proseguirà per duecento chilometri fino a l’Aquila.Articolo apparso sull'Unità del 31 maggio 2017

La marcia è la carezza dei piedi sui territori feriti, senti il rumore dei tuoi passi, il fruscio dei rami, gli animali che ti osservano e reagiscono al tuo passaggio. Occorre saper guardare, toccare con mano i danni del terremoto in molte frazioni già colpite dalla frenesia del mondo voltato da un’altra parte. Il 28 giugno parte da Fabriano La lunga marcia nelle terre del sisma, dieci tappe, duecento chilometri per portare dove si soffre lo sguardo che ricuce il territorio.

L’arrivo è all’Aquila, previsto per l’8 luglio. E, roba da non crederci, andando per organizzare la tappa di Campotosto i ragazzi dell’associazione Ape (Associazione proletari escursionisti) trovano il terremoto invisibile, quello del 18 gennaio che per i media non c’è stato. Appena narrato è stato sopraffatto dalle notizie della slavina che nelle stesse ore ha distrutto l’hotel Rigopiano. Giulio Carcani, tra gli accompagnatori di Ape sezione Roma, racconta : «È il 12 aprile, partiamo in sei, ci diamo il compito di tracciare e consolidare le ultime due tappe della marcia. Tanta è l’e m o z i o n e, l’entusiasmo, il trasporto». Giunti a Mascioni la sorpresa: «La pensione dove dormiamo ospita due signori anziani che hanno le case inagibili, il centro del paese è zona rossa. Se già prima lo abitavano in pochi, ora è praticamente vuoto. La signora Maddalena ci racconta del 18 gennaio: le case bloccate dalla neve, le persone dentro nonostante le forti scosse, il paese buio, gli animali dispersi». Ogni riferimento della vita quotidiana si sospende sulla voragine dell’incertezza. Giulio Carcani disegna tavole in bianco e nero dove unisce parole e immagini, e narra la traccia viva che gli è rimasta dentro. Per queste zone già colpite da anni dallo spopolamento appenninico il terremoto sembra il colpo di grazia». Ma la ferita cerca per istinto la sua riparazione.

La signora Maddalena «trova parole che acciuffano i ricordi di bambina. E ritorna col pensiero alle transumanze fino a Foggia, quando suo papà nelle notti erranti sul tratturo le prendeva le mani e ci soffiava sopra per scaldarle». A fine giugno sarà il popolo in marcia a riscaldare l’animo di chi è stato di colpo privato di tutto, legami, riferimenti, memorie, futuro. Ma ha reagito restando. Perché? «Non lasciamo la montagna», hanno detto alcuni ai tiggì. Che forza.

Dieci tappe. Il percorso dei volontari per portare conforto a chi non ha lasciato i luoghi del terremoto.

La montagna. Un mondo che la città ha dimenticato, fatto non solo di paesaggi e altitudini, ma di relazioni. Luoghi che danno respiro ai silenzi, alle presenze, ai paesaggi umani che si aprono al di qua dello straniamento delle amicizie digitali. «Chi cammina attiva un movimento lento –dice Francesca Zanza che coordina il rapporto tra Ape e le numerose associazioni sostenitrici della marcia – noi lavoriamo alla creazione di una comunità in cammino che si muove lentamente dalle montagne alle strade. È una delle nostre prerogative insieme ad antifascismo e difesa dell’ambiente». I ragazzi di Ape cercano di portare la montagna in città, quando fanno le escursioni anche per i bimbi per loro non importa arrivare alla meta, ma esserci. Nell’organizzare la marcia, dicono, ciò che conta «è il rapporto con la gente, abbiamo cercato tutti coloro che si sono dati da fare, creando contatti con associazioni, singoli, enti, parchi».

Annunciano l’iniziativa della marcia (info su www.lungamarciaperlaquila.it) a Casetta Rossa nel quartiere romano di Garbatella, luogo dove Giuseppe Cusimano, presidente, ha aperto la sezione romana di Ape, associazione che ha 97 anni, fondata a Lecco nel 1919. Organizzano escursioni e trekking, percorsi in bicicletta, iniziative culturali, e altro ancora. «Ci riteniamo difensori della nostra memoria storica, siamo portatori della Resistenza passata e attuale contro tutti i soprusi e l’odio, crediamo che un mondo bello sia ancora possibile». E lo dicono con un tono che della montagna ha tutta la solidità. La marcia è la voce dei volontari che sostiene, che ricorda a chi ha dimenticato. È anche denuncia?

«Il tempo non è variabile indipendente, c’è qualcosa che non funziona quando ci vuole così tanto tempo – dichiara Enrico Sgarella, presidente di MOVIMENTO TELLURICO, affiliata FederTrek capofila tra le sigle impegnate -. Lo scopo principale della marcia è quello della solidarietà.

L’altro è di creare rete tra leassociazioni. Ma c’è il problema del tempo, se non si è veloci si perde popolazione». Il sisma ha aggravato i problemi dell’Appennino. Restare in centri colpiti, per anni e anni, in un limbo, può essere fatale. «Quanti suicidi del terremoto ci saranno stati?», si chiede Sgarella. Si resiste grazie all’anima da montanari. Molti aiuti vengono dalle associazioni, tra cui Actionaid e Brigata di solidarietà attiva. «Ci sono 780 comuni a rischio, che devono essere preventivamente ristrutturati, ma – conclude Sgarella -, anche rifacendo le case che vita ci sarà? Occorre una grande opera nazionale per il rilancio degli Appennini che abbia a cuore la demografia e la vita dei luo ghi».

Articolo di: DELIA VACCARELLO –  dvaccarello @unita.it – L’UNITA’ – 31 maggio 2017